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Covid e Stress hanno Abbassato i livelli di Vit. D aumentando le Malattie Autoimmuni

22/10/2024

Vitamina D e stress psicologico: un nuovo approccio per la prevenzione delle malattie autoimmuni in tempi di pandemia

La pandemia di SARS-CoV-2 non ha solo cambiato le nostre vite dal punto di vista sociale e lavorativo, ma ha avuto un impatto significativo anche sulla nostra salute fisica e mentale.

Recenti studi, tra cui una ricerca pubblicata su Frontiers in Immunology, stanno mettendo in luce un legame preoccupante tra stress psicologico, carenza di vitamina D e l'insorgenza di malattie autoimmuni del tessuto connettivo, come lupus eritematoso sistemico, sclerosi sistemica, polimiosite e artrite reumatoide.

Questo studio, condotto tra il 2017 e il 2021, ha esaminato oltre un milione di pazienti, rivelando come la pandemia abbia alimentato uno scenario perfetto per l'aumento delle malattie autoimmuni.

Comunque, appare ovvio che oltre allo stress e alla carenza della vitamina D c'è sicuramente il fattore dei disastrosi vaccini covia che ha influito in maniera determinante al peggioramento delle malattie in genere. 



Figura 1. Stato della vitamina D per i pazienti analizzati per anno, età e genere dal 2027 al 2021. Stato della vitamina D analizzato nel corso di diversi anni: (A) L'analisi dei dati ha rivelato che carenza e insufficienza erano gli stati della vitamina D più diffusi nel corso degli anni. (B) Le donne sono risultate essere il genere più comunemente colpito, rappresentando una media del 68% di tutti i casi, mentre gli uomini rappresentavano il restante 22%. (C) Le fasce di età 15-24 e 25-50 sono risultate essere i gruppi più comunemente colpiti, seguiti dalle fasce di età 51-99 e 0-14 per ogni stato della vitamina D testato. 


I ricercatori hanno analizzato i livelli di anticorpi anti-nucleari (ANA) e vitamina D in pazienti di diverse età e genere, cercando di comprendere come lo stress e la riduzione dei livelli di vitamina D abbiano influito sull'aumento di tali patologie.

Gli anticorpi anti-nucleari (ANA) sono un tipo di proteina prodotta dal sistema immunitario che attacca per errore le cellule del proprio corpo, invece di difenderlo da virus o batteri. In una persona sana, il sistema immunitario sa distinguere tra le cellule del corpo e le sostanze estranee.

Tuttavia, in alcune malattie autoimmuni, come il lupus o l'artrite reumatoide, il sistema immunitario diventa confuso e inizia ad attaccare le proprie cellule.

Gli ANA si legano al nucleo delle cellule, che è la parte che contiene il DNA, e questo può causare infiammazioni e danni ai tessuti. Un esame del sangue può rilevare la presenza di questi anticorpi e, se i livelli sono alti, potrebbe indicare una malattia autoimmune.

Tuttavia, non tutti quelli che hanno ANA elevati sviluppano necessariamente una malattia; per questo motivo, i risultati devono essere valutati insieme ad altri sintomi e test.

In sintesi, gli ANA sono segnali che il sistema immunitario potrebbe non funzionare correttamente e attaccare il corpo, invece di proteggerlo.

Il peso della pandemia sulla salute psicologica e immunitaria

La pandemia ha innescato livelli straordinari di stress psicologico. Le restrizioni sociali, la paura del contagio, l'isolamento e le incertezze sul futuro hanno portato ad un accumulo di ansia e depressione in molte persone.

E mentre la comunità medica si è concentrata sulla gestione dei sintomi fisici della malattia, la relazione tra il benessere mentale e la salute immunitaria ha acquisito crescente attenzione.


Figura 2. ANA testati per pazienti analizzati per anno, età, sesso e modello ANA dal 2027 al 2021. L'analisi del titolo ANA nei pazienti è stata condotta in base a quattro fattori: (A) I risultati hanno indicato un aumento significativo del titolo ANA di 1:160 nel corso degli anni, con un aumento particolarmente marcato nel 2021 rispetto al 2017. (B) L'analisi per fascia d'età ha rivelato che i pazienti di età compresa tra 25 e 50 anni avevano la più alta incidenza di ANA, seguiti da quelli nella fascia di età 51-99, rispetto alle fasce di età più giovani. (C) Le donne erano più comunemente colpite dal titolo ANA rispetto agli uomini. (D) C'è stato un aumento sostanziale del modello ANA Speckled nel 2021 rispetto agli anni precedenti. I dati mostrati sono accumulati da diecimila punti dati dei pazienti.

 

Lo studio dimostra che lo stress psicologico cronico può interrompere l'equilibrio immunitario del corpo, aumentando il rischio di sviluppare malattie autoimmuni.

Questo accade perché lo stress induce la produzione di cortisolo, un ormone che, in caso di esposizione prolungata, può portare a infiammazioni croniche e alla rottura dell'omeostasi immunitaria. Il cortisolo, inizialmente antinfiammatorio, può perdere efficacia se i livelli rimangono alti a lungo termine, contribuendo così a malattie autoimmuni e all'aumento degli anticorpi anti-nucleari (ANA).

Vitamina D: un alleato fondamentale per il nostro sistema immunitario

La vitamina D è essenziale per la regolazione del sistema immunitario. Quando i livelli di vitamina D scendono, si altera la risposta immunitaria, rendendo il corpo più vulnerabile a infezioni e infiammazioni, oltre ad aumentare il rischio di sviluppare malattie autoimmuni.

Secondo lo studio, i livelli di vitamina D hanno raggiunto il picco tra il 2017 e il 2019, prima di subire un declino durante la pandemia.

Parallelamente, i dati hanno mostrato un aumento dei casi di malattie autoimmuni, con una correlazione significativa tra la diminuzione della vitamina D e l'aumento dei titoli ANA, che indicano la presenza di una malattia autoimmune in fase attiva. Interessante notare che il miglioramento dei livelli di vitamina D è stato associato a una riduzione della gravità della malattia, suggerendo che un'integrazione adeguata potrebbe mitigare i rischi.


Figura 3. Analisi delle serie di casi per Vit-D contro ANA nel corso degli anni. Serie di casi di pazienti: confronto delle concentrazioni di Vit-D (grigio) e ANA (nero) ogni anno per valutare possibili correlazioni. I risultati hanno mostrato che un aumento di Vit-D è stato seguito da una diminuzione dei livelli di titolo ANA in tutti i casi. Nel caso del caso n. 1, è stato anche osservato che una diminuzione di Vit-D è stata accompagnata da un aumento dei livelli di titolo ANA. Questi risultati erano coerenti in più pazienti di diverse fasce d'età.

Le implicazioni cliniche e pratiche

I risultati di questa ricerca hanno implicazioni rilevanti per la prevenzione e la gestione delle malattie autoimmuni. L'evidenza suggerisce che mantenere livelli adeguati di vitamina D e ridurre lo stress psicologico potrebbe essere una strategia chiave per proteggere il nostro sistema immunitario, specialmente in tempi di crisi come una pandemia.

Dal punto di vista clinico, è essenziale promuovere screening regolari dei livelli di vitamina D nei pazienti vulnerabili e considerare l'adozione di interventi mirati alla salute mentale per coloro che soffrono di ansia o stress prolungato.

L'integrazione di vitamina D e la gestione dello stress non solo potrebbero ridurre l'incidenza delle malattie autoimmuni, ma anche migliorare la qualità della vita per chi già convive con tali patologie.

Il futuro della ricerca

Mentre continuano gli studi sull'impatto della vitamina D e dello stress sulle malattie autoimmuni, risulta chiaro che il benessere psicofisico deve essere una priorità per la salute pubblica. Interventi combinati che includano l'integrazione di vitamina D e il supporto psicologico potrebbero rappresentare una nuova frontiera nella prevenzione delle malattie autoimmuni, particolarmente in contesti pandemici.

In conclusione, mai come in questo momento è essenziale prendersi cura di sé a 360 gradi. La vitamina D e il nostro stato mentale sono alleati che possiamo sfruttare per proteggere la nostra salute a lungo termine.

Questo studio ci ricorda che, anche in periodi di crisi, abbiamo il potere di influenzare positivamente il nostro benessere.


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Fonte: SARS-CoV-2 induced vitamin D deficiency and psychological stress: a manifestation of autoimmune disease onset. Front. Immunol., 02 October 2024
Sec. Autoimmune and Autoinflammatory Disorders: Autoinflammatory Disorders
Volume 15 - 2024 | https://doi.org/10.3389/fimmu.2024.1434486