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18/04/2020
Malattie cardiovascolari, obesità, diabete, malattie autoimmuni, celiachia sono tra i disturbi più diffusi del nostro tempo.
Eppure sono più di 70 anni che nutrizionisti, biologi e scienziati si occupano, e senza evidenti successi, di elaborare percorsi alimentari per ridurre le patologie legate all’alimentazione.
E proprio a quegli anni, casualmente, risale la nascita della famosa Dieta Mediterranea, eletta dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, ma che fino ad oggi, dati alla mano, ha regalato all’Italia il primato dei bambini più obesi d’Europa!
La Dieta Paleo è la risposta che in tanti decenni non è mai stata considerata, eppure è quella che il nostro DNA desidera per esprimersi al meglio e offrirci la possibilità di godere della massima salute.
Capiamo di cosa si tratta e come approcciarla.
In Italia la Paleo Dieta comincia a diffondersi negli anni Novanta, grazie al lavoro di Claudio Tozzi, esponente di punta nel settore della preparazione atletica e del body building.
Seguita da sportivi agonisti, ma anche da persone comuni che desideravano perdere peso e acquisire massa muscolare, Tozzi notò che non tutti gli individui rispondevano nella stessa maniera alla Paleo Dieta.
I benefici di aver eliminato cereali, latticini, legumi e cibo spazzatura erano visibili in tutti i pazienti, ma i risultati in termini di perdita di grasso e dimagrimento variavano di molto e spesso erano richieste modifiche di quantità relative ai macronutrienti.
Dopo diversi studi e approfondimenti, Tozzi giunse alla conclusione che un tipo predefinito di paleo dieta non era funzionale al massimo a causa del patrimonio genetico di ognuno.
Mentre la Paleo Dieta prendeva in considerazione le abitudini generali dell’umanità ai tempi del Paleolitico, la Geo Paleo Diet si presenta come una sua naturale evoluzione prestando attenzione però anche alla provenienza geografica dei progenitori di ogni singolo individuo.
Traducendo il concetto in un esempio pratico: verdure e frutti tipici della fascia mediterranea non erano presenti nel Nord Europa. Di conseguenza, se i miei antenati provenivano dall’Olanda e non erano soliti consumare arance, i miei geni non sono settati per assimilare in maniera corretta questo agrume e farò fatica ad assumerlo e smaltirlo.
Riallacciandosi a quanto detto nel paragrafo precedente, non è possibile definire un menù settimanale tipico. Questo perchè ognuno di noi assimila e elabora i macronutrienti in maniera diversa, in base al proprio patrimonio genetico.
In linea generale però, viene consigliato il consumo di una buona quantità di proteine animali derivanti da carni e pesce biologico e di provenienza conosciuta. Attenzione quindi anche durante la fase di acquisto!
Inoltre è necessario aumentare l’assunzione di fibre tramite frutta e verdura e l’apporto di sali minerali come calcio, potassio e magnesio.
Eliminare poi del tutto prodotti raffinati, da forno o contenenti zuccheri (pane, pizza, pasta, dolci, ecc).
Ecco un elenco dei cibi non consentiti:
- No cereali e legumi;
- No latte e latticini;
- No cibi industriali e raffinati;
- No caffeina e alcol;
- No cibi contenenti farine bianca, di kamut, di farro,farina di frumento di 0 e 00;
Una specifica: non vi sono indicazioni relative a quantità da pesare o calorie da calcolare. Questo semplicemente perchè… nella preistoria non esistevano bilance! I nostri antenati di certo non pesavano i cibi prima di mangiarli.
Inizialmente potrebbe sembrare difficile approcciare questo nuovo regime alimentare e rinunciare ad alcuni cibi.
Ma si possono trovare tantissime ricette paleo online, ad esempio le nostre chef propongono sempre nuove idee nel gruppo Facebook Geo Paleo Ricette, e potrai trovarle anche in ogni numero della Rivista Le Regole di Tozzi Magazine (Nel n.9 sono inclusi 2 DVD con ben 18 video ricette! Puoi acquistare l’arretrato da QUI).
Si possono realizzare prodotti da forno utilizzando farine alternative come quella di mandorle o di cocco, senza rinunciare al gusto.
La colazione, che potrebbe sembrare il più grande ostacolo, può essere salata ma anche dolce.
Ad esempio possiamo preparare pancake con farina di cocco e accompagnarli con del latte di mandorle. Oppure optare per frullati di frutta diluiti con latte di cocco.
C’è però una considerazione da fare: rispetto ai nostri antenati, la qualità degli alimenti di oggi è ben diversa dal Paleolitico, i cibi sono poveri di micronutrienti, di vitamine, di omega 3. Il nostro corpo richiede un’integrazione di questi elementi da altre fonti. Gli integratori quindi sono degli ottimi alleati per la nostra dieta. Specie nella prima fase di transizione, è consigliata l’assunzione di alcuni integratori per aiutare il metabolismo ad entrare in sintonia con il nuovo regime alimentare.
Indubbiamente le opinioni riguardo questa dieta sono discusse. C’è chi sostiene che sul lungo periodo vengano a mancare altre proprietà nutritive essenziali per l’organismo, ma tutti concordano nell’affermare che un ritorno a mangiare cibi naturali e sani è l’unica via per guarire il nostro organismo, ormai assuefatto da quello che gli americani chiamano “junk food”.
Diverse testimonianze e studi hanno riscontrato numerosi benefici per chi soffre di sindrome metabolica e diabete, riuscendo a controllare più facilmente la glicemia e aumentano il senso di sazietà.
Essendo basata sul consumo di carne, pesce, frutta e verdura, non sono state riscontrate grandi controindicazioni della dieta paleo.
Ma come per ogni regime dimagrante, è importante abbinare uno stile di vita non sedentario e praticare sport.